1. La Regione ha adottato il 3 luglio 2012 il Piano di gestione dei rifiuti solidi urbani, approvato nel giugno del 2014. Disponibile nel sito: http://pti.regione.sicilia.it
Il Piano individua una serie di obiettivi generali che dovrebbero porre la Sicilia in linea con la normativa nazionale, di derivazione europea.
In concreto, tuttavia, non si tratta di un vero e proprio Piano programmatico, ma di una sorta di ricognizione dell’esistente.
2. Breve excursus storico:
Già nel 1984 la Sicilia si era dotata di un Piano regionale, in ossequio alla l. 815/82, ma tale piano non aveva mai ricevuto attuazione.
Un secondo Piano regionale di smaltimento dei rifiuti era stato approvato nel marzo nel 1989 ed era prevalentemente basato sullo smaltimento in discarica.
Il 2 dicembre del ’98 il Presidente della regione Siciliana rappresentava al governo centrale la situazione di grave crisi determinatasi nel settore dello smaltimento dei rifiuti urbani, che assumeva carattere di emergenza igienico-sanitaria.
Il piano del 1989 era in minima parte realizzato ed i pochi impianti in esercizio risultavano obsoleti.
Veniva dichiarato lo stato di emergenza nel 1999 (per un anno). Con ordinanza 2983/1999 il Presidente della Regione Siciliana veniva nominato Commissario Delegato, per la predisposizione di un piano di interventi di emergenza.
Con ordinanza commissariale 1166/2002 veniva adottato il Nuovo piano di gestione dei rifiuti. Tale piano prevedeva, tra l’altro, la realizzazione di 4 sistemi di termovalorizzazione, a copertura dell’intero territorio regionale.
A fronte di un quadro normativo di riferimento in forte evoluzione, nel 2010 veniva adottata la legge regionale n. 9 recante la “Gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati”.
Tale normativa prevedeva una gestione integrata dei rifiuti, in maniera coordinata con le disposizioni nazionali, di derivazione europea. Aderiva cioè al principio di gerarchia nel trattamento dei rifiuti (prevenzione, promozione del riutilizzo e riciclaggio, ecc.), favorendo la riduzione dello smaltimento in discarica.
Ma sempre nel 2010 veniva dichiarato un nuovo stato di emergenza (nella provincia di Palermo). Nuovamente, il Presidente della Regione Siciliana veniva nominato commissario delegato per il superamento della situazione di emergenza (ordinanza 3887/2010).
La L.R. 9/2010 individuava comunque nel Piano regionale di gestione dei rifiuti il documento di pianificazione di carattere generale, che definisce i criteri e le modalità per la programmazione e l’esercizio della gestione integrata dei rifiuti.
Oggi, il nuovo Piano denuncia che dalla prima dichiarazione dello stato di emergenza (‘99) fino al 2002 non è stato realizzato nessun impianto significativo per la gestione finale dei rifiuti; la quasi totale inadeguatezza delle strutture di primo livello per lo svolgimento della raccolta differenziata (isole ecologiche e centri di raccolta); l’insufficienza dei mezzi e delle attrezzature funzionali alla crescita della raccolta differenziata; la totale assenza di progettualità nella pianificazione della raccolta; la mancanza di un adeguato numero di impianti per il trattamento della frazione organica e del materiale che dovrebbe pervenire dalla differenziata domestica; l’insufficienza delle discariche.
3. Il Nuovo Piano adotta il Sistema di Gestione Integrata dei Rifiuti (SGIR)
Il Piano è articolato in tre fasi: emergenziale, transitoria e di regime.
In teoria, dovremmo già essere nella fase “a regime” (gennaio 2014-dicemnre 2015)
Gli impianti individuati, necessari al sistema di gestione, sono:
a) impianti di preselezione meccanica del rifiuto indifferenziato;
b) impianti di biostabilizzazione della frazione organica del rifiuto indifferenziato;
c) impianti di compostaggio della frazione organica da raccolta differenziata;
d) discariche;
e) impianti per il recupero di materia e di energia dalla frazione secca.
La frazione umida dovrà essere avviata ad impianti di compostaggio, mentre la frazione secca del rifiuto differenziato (carta, plastica, vetro e metalli) verrà avviata alla filiera CONAI
Il Piano promuove in primo luogo l’autosufficienza e la condizione di equilibrio del sistema regionale nel suo complesso.
A tal fine, contiene valutazioni in merito alle potenzialità degli eventuali impianti di valorizzazione (valutando anche le possibili destinazioni dell’energia prodotta: centrali termoelettriche e cementerie. Nell’ambito della Sicilia orientale, le utilizzazioni potrebbero riguardare solo le cementerie presenti nelle zone tra Augusta, Modica, Ragusa).
E’ prevista la realizzazione di n. 3 impianti di trattamento del percolato, di cui n. 1 nella Sicilia orientale (da realizzare presso una piattaforma esistente di pretrattamento/smaltimento dei rifiuti attuali, anche al fine di limitare il trasporto)
Il Piano di gestione è corredato da un piano per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da avviare in discarica (allegato 8).
Prevede un coordinamento con il Piano Urbanistico Regionale, che non è mai stato adottato.
A livello provinciale, il piano dovrebbe essere coordinato con il Piano Territoriale Provinciale (PTP), ma l’unica provincia che lo ha approvato è Ragusa.
Nel PTP di Ragusa è prevista la realizzazione di un impianto tecnologico di incenerimento dei RSU, un piano di bonifica dei siti degradati da vecchie discariche comunali, nonché una serie di opere connesse alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti.
Il Piano prevede la costituzione di un Ufficio per l’attuazione del Piano che fornisca il necessario supporto per:
a) la costruzione di un sistema informativo territoriale su supporto GIS relativo al sistema di gestione integrata, ai fini di un’acquisizione dei dati afferenti a tutta l’impiantistica pubblica e privata;
b) la valutazione dello stato di avanzamento della infrastrutturazione impiantistica;
c) la valutazione del raggiungimento degli obiettivi della raccolta differenziata;
d) il coordinamento con i consorzi di filiera CONAI;
e) la realizzazione di una banca dati sviluppata su supporto GIS.
Contiene inoltre varie previsioni, quali ad esempio uno studio per la realizzazione di un impianto tecnologico di incenerimento, la bonifica e il recupero dei siti degradati, interessati dalle vecchie discariche comunali, nonché l’ampliamento delle attuali discariche.
4. La situazione ad oggi
Nonostante l’adozione del Piano di gestione, la Regione Sicilia continua periodicamente a chiedere una nuova dichiarazione dello stato di emergenza.
La situazione di emergenza nasce dal fatto che:
a) nel novembre 14 è stata chiusa la discarica di Siculiana (Catanzaro costruzioni) per lavori di ampliamento;
b) nella Sicilia orientale le discariche off-limit sono la Oikos di Motta Santa Anastasia, commissariata lo scorso settembre dal prefetto di Catania, a seguito dell’inchiesta “Terra mia” sulla presunta corruzione che ruota attorno alle autorizzazioni all’utilizzo delle discariche, e la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea (Messina), dove i sigilli sono arrivati ad inizio novembre, dopo la bocciatura dell’ampliamento dell’impianto da parte dell’assessorato regionale all’Ambiente.
In realtà, accantonata la vicenda termovalorizzatori (dopo la sentenza della Corte di Giustizia che ha annullato alcune procedure di gara per mancanza di regolarità) la Regione Sicilia (fino alla scorsa legislatura) ha puntato tutto sulle discariche, soprattutto quelle private.
Il piano di incremento della differenziata è stato finora un flop assoluto.
Nella Sicilia orientale, i dati relativi alla raccolta differenziata presentano un lieve incremento, ma sono ancora molto bassi.
Questa la situazione fotografata dal Piano
Catania, da una media del 5% nel 2006 si è passati ad una media del 12.33 % del 2011
Ragusa, da una media dell’8% nel 2006 si è passati ad una media del 10.95 % nel 2011
Siracusa, da una media del 4% nel 2006 si è passati ad una media del 9,32 % nel 2011
Nel 2013, la percentuale della raccolta differenziata in Sicilia si attesta ancora al 13%, conquistando l’ultimo posto nella classifica nazionale.
Nella Sicilia orientale (dato ARPA);
Catania 18%
Ragusa 16 %
Siracusa 7%
Si consideri che, in base alla normativa nazionale, entro il 2012 il livello di raccolta differenziata da conseguire avrebbe dovuto essere il 65%
5. Gli impianti
Le discariche presenti nella Sicilia Orientale sono:
1) Catania, Motta S.Anastasia (privata, Oikos) (Contrata Tiritì, non più operativa) e Contrada Valanghe d’Inverno (in esercizio fino all’ultimo provvedimento);
2) Catania, Grotte San Giorgio (privata, Sicula trasporti s.p.a.);
3) Augusta – Coste di Gigia (privata, Greenambiente s.r.l.)
http://www.comunediaugusta.it/servizio-ecologia/la-discarica-di-costa-g….
http://www.siracusanews.it/node/44323
4) Ragusa, Cava dei Modicani (pubblica, ATO Ragusa Ambiente s.p.a.)
Alla fine del 2014 le discariche in esercizio sono:
1) Catania, Grotte San Giorgio
2) Ragusa, Cava dei Modicani
3) Augusta, Coste di Gigia (che tuttavia risulta al momento esaurita e non ampliabile)
Impianti di trattamento del percolato
Catania, Remedia s.r.l.
Catania, Castiglione di Sicilia per l’ambiente s.r.l.
Modica, Carfì Servizi Ecologici s.r.l.
Sono presenti n.8 piattaforme Consorzi di filiera CONAI, per la selezione e lo stoccaggio della “frazione secca” (Camporotondo Etneo, Grammichele, Calatabiano, n. 3 a Catania, Ragusa, Modica)
Impianti di compostaggio
Catania, (privato, Sicula Trasporti, contrada Codavolpe)
Ramacca (privato, Ofelia Ambiente s.r.l., contrada Cuticchi)
Grammichele (pubblico, attivo) http://www.kalatambientesrr.it/
Paternò (pubblico, in attesa di finanziamento).
A SR dovrebbe essere operativo a breve termine un impianto di compostaggio per la stabilizzazione della frazione organica con una capacità di trattamento di 5.000 t/anno -
Nella Sicilia orientale sono inoltre presenti due dei quattro impianti di compostaggio costati 15 milioni di euro (in gran parte fondi europei), che rimangono cattedrali nel deserto: Vittoria e Ragusa. Gli altri due sono a Gela e Bisacquino.
Impianti di pretrattamento dei rifiuti indifferenziati:
Catania, Motta S.Anastasia, contrada Tiritì
Catania, Grotte San Giorgio
Nella Sicilia Orientale sono presenti 96 Centri Comunali di Raccolta e 247 isole ecologiche.
In estrema sintesi, può dirsi che il sistema di gestione dei rifiuti si basa ancora prevalentemente sulle discariche e, con l’eccezione di alcune piccole realtà locali virtuose, presenta una forte arretratezza rispetto al panorama nazionale ed europeo.