A Biancavilla (CT), paese alle pendici dell’Etna uno studio epidemiologico condotto nel 1997 mise in risalto una incidenza di tumori maligni della pleura (mesotelioma) significativamente superiore all’attesa e sottolineò un tasso di mortalità per questa patologia tra il 1988 e il 1992, da 20 a 40 volte superiore ai tassi di incidenza normalmente registrati nelle popolazioni non esposte a rischi specifici. In seguito a tale osservazione, il Comune di Biancavilla, l’ex A.S.L. n. 3 di Catania Distretto di Adrano e l’Assessorato Regionale alla Sanità richiesero una più approfondita analisi dei dati al fine di accertare le cause dei risultati sopra citati, tramite opportune indagini ambientali eseguite dall’Istituto Superiore di Sanità con la collaborazione di enti preposti, quali ISPESL, ENEA ARPA, APAT.
I successivi accertamenti portarono al ritrovamento di anfiboli fibrosi in prossimità di Monte Calvario, presso il quale dagli inizi degli anni ’50 venne realizzata una cava, il cui materiale fu impiegato per diversi decenni per la costruzione degli edifici sia pubblici che privati del comune etneo. Gli anfiboli in questione costituiscono una nuova specie minerale, la fluoro-edenite approvata dalla Commissione Internazionale per i Nuovi Minerali e i Nomi dei Minerali dell’International Mineralogical Association il 30 Gennaio 2001, già nota come fase sintetica, ma mai ritrovata in natura. Il caso di Biancavilla rappresenta un’anomalia poiché qui non è presente alcun stabilimento industriale, ma la “causa” del male d’amianto proviene dalla natura, seppur correlata allo sfruttamento di quest’ultima da parte dell’uomo.
Tra l’Aprile e il Maggio 1998 furono presentati all’assessorato Regionale Territorio e Ambiente, dall’Istituto Superiore di Sanità i risultati delle indagini ambientali eseguite, le quali confermavano l’esposizione all’inalazione di fibre della popolazione biancavillese. Al fine di valutare l’esposizione di alcune probabili categorie a rischio, sono stati svolti campionamenti personali su operatori ecologici, vigili urbani ed esercenti di attività varie.
Tra il Marzo e l’Aprile 2000 a cura del Comune di Biancavilla fu campionato il particolato aerodisperso in alcuni siti del centro urbano, localizzati prevalentemente nelle zone nord/nord-est e sud/sud-est. Queste aree erano caratterizzate dalla presenza di strade asfaltate, ricoperte da materiali inerti che avevano la stessa provenienza dei materiali utilizzati nell’edilizia locale e pertanto abbondantemente contaminate da fibre anfiboliche.
Biancavilla è stata inserita tra i Siti d’Interesse Nazionale (SIN) con decreto ministeriale del 18 Settembre 2001 n. 468, la cui perimetrazione è stata approvata con decreto ministeriale del 18 Luglio 2002 pubblicato nella G.U n. 231 del 02/10/2002.
All’interno del perimetro del SIN, oltre all’intero centro abitato è inclusa una vasta area incolta e disabitata posta ad Est del centro urbano. L’istituzione del SIN ha permesso l’avvio dei lavori di MISE e bonifica.
Per risolvere la problematica ambientale a Biancavilla è stato predisposto in seguito ad apposite conferenze di servizio, di concerto con il MATTM, con la Struttura Commissariale per l’Emergenza Rifiuti della Regione Siciliana, oggi ARPA, con il Sig. Prefetto della Provincia di Catania e con altri Istituti nazionali, Regionali e Comunali (I.S.S., I.SP.E.S.L., C.N.R., E.N.E.A, A.M.P.A, Organi Sanitari locali), un piano di intervento mirato a salvaguardare la salute pubblica e l’ambiente.
Tale piano prevedeva i seguenti interventi:
- Interruzione dell’attività estrattiva nella Cava di Monte Calvario;
- Messa in sicurezza d’emergenza dell’area di Cava Monte Calvario;
- Messa in sicurezza d’emergenza dell’ area di Cava Di Paola;
- Messa in sicurezza d’emergenza delle strade sterrate;
- Bonifica delle aree sterrate libere (private);
- Bonifica degli intonaci di edifici pubblici e privati;
- Realizzazione di una rete fissa di monitoraggio ambientale;
- Monitoraggio delle acque;
- Realizzazione di una discarica destinata allo smaltimento di rifiuti pericolosi;
- Utilizzo di una spazzatrice a filtri.
Gli interventi iniziati nel 2002, sono proseguiti negli anni successivi. Sono stati sottoposti a bonifica gli intonaci delle scuole: Don Bosco, L. Sturzo, G. Marconi, G. Verga, scuola materna di via Pistoia, del Palazzo Comunale, del campo sportivo, della villa comunale e dei muri di cinta del civico cimitero. Sono state asfaltate le strade sterrate situate nel perimetro urbano ed extraurbano. Tra il 2008 e il 2013 l’area di Monte Calvario è stata interessata da attività di copertura dei piazzali con terreno vegetale e spritz beton per evitare l’erosione della roccia e un’ ulteriore dispersione sul territorio. Nel 2010 alcune aree private adiacenti a Monte Calvario sottoposte ad esproprio, sono state soggette a bonifica ed adibite a parcheggio o destinate ad aree a verde attrezzato.
L’amministrazione comunale nel corso degli anni non ha dimenticato la questione fluoro-edenite, tutt’ora è in corso un dialogo con il MATTM. Attualmente così come stabilito nelle varie conferenze dei servizi decisorie tenutesi presso il MATTM, si individuano nell’ambito dell’uso finale dell’area, a livello locale le seguenti attività:
- Utilizzo dell’area per l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, quali ad esempio il solare, fotovoltaico, etc;
- Intervento di recupero della cultura religiosa e delle tradizioni locali in assoluta sicurezza sia fisica che sanitaria con ripresa e valorizzazione di elementi storico-religiosi locali particolarmente sentiti, quali “la rievocazione del percorso in ascesa della Via Crucis”;
- Realizzazione di percorsi tematici che evidenzino l’attività di escavazione avvenuta nel passato con riferimento anche alle attrezzature utilizzate;
- Realizzazione di strutture a verde attrezzato con finalità ludiche, di svago e culturali quali parco giochi per bambini, area per anfiteatro e recupero edilizio dei fabbricati ivi esistenti;
- Istituzione del geosito “Fluoro-edenite e fluoroflogopite” nell’area di Monte Calvario ai sensi della L.R 25/2012;
- Realizzazione di recupero ambientale riferito alle emergenze morfologiche quali pareti acclivi residuati dell’attività di cava;
- Realizzazione di recupero naturalistico dei luoghi con essenze vegetative arboree autoctone;
- Realizzazione di interventi di sistemazione idraulica dei punti critici dell’area di cava.
La proposta progettuale contempla due obiettivi quali la tutela della salute e dell’ambiente dal rischio fluoro-edenite e la realizzazione di opere di urbanizzazione secondaria indispensabile per lo sviluppo sociale ed il miglioramento della qualità della vita.
Inoltre nel corso dell’ultimo decennio si sono susseguite attività di monitoraggio dell’aerodisperso. Nel 2003 il Dipartimento di Ingegneria Civile e ambientale (DICA) dell’Università di Catania ha programmato il piano di Caratterizzazione del sito di Biancavilla ai sensi dell’ex D.m. 471/99. Le attività di monitoraggio su suolo, acque sotterranee ed aria previste da tale piano si sono svolte nel luglio 2004 e ripetute l’anno successivo, Il comune di Biancavilla richiese al DICA nuovi campionamenti nel 2010. Negli anni 2011 e 2012, la ST di Catania di ARPA Sicilia ha proseguito le attività di monitoraggio ambientale eseguendo le analisi durante le attività di bonifica condotte su varie strutture pubbliche. Nel 2013, in assenza di opere eseguite all’interno del SIN, ai fini del monitoraggio della qualità dell’aria di Biancavilla, sono stati comunque prelevati numerosi campioni di aria per la ricerca di fibre aerodisperse. L’ARPA nel mese di Giugno 2014 ha effettuato ulteriori monitoraggi, i risultati di questi ultimi non hanno registrato alcun superamento delle soglie limite.